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Nuove regole più stringenti sui titolari di conti correnti

  • websitestudioltv
  • 18 gen 2021
  • Tempo di lettura: 1 min

Il primo gennaio 2021 sono entrate in vigore le nuove regole dettate dall’Autorità Bancaria Europea (EBA).


A partire da tale data tutti gli intermediari dovranno classificare “in stato di default” il cliente che non adempie per tre mesi alle proprie obbligazioni creditizie vantate dal gruppo bancario o finanziario nei suoi confronti qualora l'ammontare dell'inadempimento è superiore sia a 100 euro sia all'1% del totale delle obbligazioni creditizie complessivamente vantate dalla banca.

In definitiva, da gennaio gli addebiti automatici potrebbero non essere più consentiti sui conti correnti qualora non coperti da liquidità sufficienti.



Quando è possibile “sconfinare


Le banche, nel rispetto delle proprie policy, potranno consentire ai clienti di sconfinare oltre la disponibilità presente sul conto ovvero, in caso di affidamento, oltre il limite di fido. Si tratta tuttavia di una scelta discrezionale della banca che potrebbe inoltre applicare salate commissioni.



I possibili effetti della classificazione a default


La classificazione del debitore “in stato di default” non fa scattare automaticamente la segnalazione, come cliente “sofferente”, alla Centrale dei Rischi.

La definizione di “sofferenze” non viene toccata dalle nuove regole europee sul default. Gli intermediari segnalano un cliente “in sofferenza” solo quando ritengono che abbia gravi difficoltà, non temporanee, a restituire il suo debito. La classificazione presuppone che l'intermediario abbia condotto una valutazione accurata della situazione finanziaria del proprio cliente.

Non basta quindi uno sconfinamento o un ritardo nei pagamenti per somme anche solo di 100 euro per dar automaticamente luogo a una segnalazione a sofferenza, con il conseguente rischio di compromettere o rendere più oneroso il futuro accesso al credito del cliente presso l'intero sistema bancario.



 
 
 

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